Sette passi per riconciliare banca e cliente

Il credito erogato dalle banche svolge una funzione sociale  importantissima per l’economia: senza di esso, infatti, le imprese praticamente non potrebbero fare investimenti, ad esempio, per ampliare la produzione, di conseguenza non potrebbero creare maggiore ricchezza e più occupazione. Senza un mutuo in pochi potrebbero acquistare una casa, senza un prestito molti avrebbero difficoltà ad acquistare un’auto o a fare fronte a un periodo di difficoltà finanziaria. Il credito, quindi, non è solo un elemento fondamentale per l’economia ma svolge, appunto, una funzione sociale che permette alle persone e alle imprese di soddisfare alcuni bisogni. Lo stabilisce anche la nostra Costituzione.

Eppure, in questi ultimi anni il rapporto tra istituti di credito e clienti è diventato molto travagliato. In certi casi addirittura “patologico”. Si sono innescati circoli viziosi dai quali spesso è difficile venire fuori. In particolare, si è assistito a due fenomeni che hanno complicato questo rapporto: innanzitutto, c’è stata una stretta da parte delle banche che ha reso l’accesso al credito molto più difficile, soprattutto per le imprese. Ma i problemi sono sorti anche nel momento successivo all’erogazione di un mutuo o di un prestito. Infatti, in alcuni casi sono stati riscontrati abusi, irregolarità e anomalie, tra cui l’usura bancaria, cioè la richiesta di interessi superiore a quanto consente la legge, magari non direttamente attraverso il tasso concordato ma con spese aggiuntive che contribuiscono ad alzare il costo del denaro fino a livelli fuori legge.

Nonostante le norme siano molto chiare sia in tema di trasparenza bancaria che di anatocismo e  usura, c’è tanto da fare in ambito “educativo” rispetto all’approccio al credito sia per chi eroga – e per tale “servizio” o meglio “investimenti” venga remunerato – che per chi utilizza il credito ed corretto che per tale beneficio paghi il “giusto” prezzo.

Per riportare il rapporto banca/cliente in un ambito di correttezza e “giustizia” sociale sarebbe necessario compiere sette passi che avrebbero anche il grande vantaggio di creare circoli virtuosi in grado di creare sviluppo economico. Ecco quali sono:

  1. Avere esclusiva attenzione alla funzione sociale del credito
  2. Guardare non al profitto come unica soluzione per lo sviluppo, ma a quanto il “credito” possa essere da traino all’intera economia, facendosi anche propositori di nuovi investimenti, anche con attrazione di capitalisti stranieri
  3. Attivare una “moratoria”, della durata almeno di 36 mesi, nell’applicazione degli accordi di Basilea, ridando credito e fiducia alle imprese, soprattutto a quelle ubicate nelle aree più depresse del Paese, che si sono trovate ed essere valutate con gli stessi criteri per la determinazione del rating delle aziende delle aree non depresse, così come le piccole e micro aziende sono state valutate con gli stessi parametri delle grandi aziende
  4. Avere attenzione, con strumenti di credito, a quelle aziende vessate dalla criminalità organizzata che hanno denunciato gli aguzzini
  5. Avere attenzione, con strumenti di credito, alle aziende a cui è stato accertato uno stato di “abuso” da parte di Istituti di Credito
  6. Non considerare pregiudizievoli dell’ottenimento di credito le informazioni registrate alla Centrale dei rischi se l’impresa si ritrovi nelle condizioni dei due punti precedenti 4. e 5.
  7. Rischiare un po’ di più