Alberto ha avuto un’idea (quinta puntata)
Alberto e i suoi amici, quelli che con lui avevano fatto la scelta di trasferirsi a Monaco (Mario, Andrea, Luigi, Antonella) erano stanchi dei cieli grigi e umidi di Germania (alla quale comunque restavano grati per l’opportunità loro offerta) e pensavano di mettere a frutto l’esperienza acquisita per aprire una azienda in Italia.
Lavoravano al progetto giorno e notte, e il piano economico era stato approntato nel migliore dei modi, ci avevano speso tempo e neuroni (di quelli giovani). Mancava solo un piccolo, piccolissimo particolare: il denaro per la start–up.
Non ce ne volava molto, bastavano 100.000,00 euro, soltanto centomila euro e sarebbero tornati a casa.
E centomila euro a volerla dire in numeri sono:
meno del dieci per cento di quelle generose buone uscite che sono state date ad alcuni manager pubblici a prescindere dai risultati raggiunti e dai disastri procurati,
meno di quanto “intascano” alcuni dei nostri cari (e il caso di dirlo) politici per addomesticare le commesse per i grandi appalti,
meno di quanto lo Stato abbia speso per alloggiare tre giorni in Brasile la nostra nazionale di calcio (alla faccia degli imprenditori e degli operai che in Italia si sono suicidati a causa della crisi economica),
molto meno di quanto guadagnano alcuni, insostituibili (?) burocrati del nostro Parlamento o del Senato (o di alcune assemblee regionali ad essi equiparate).
Quindi, tutto sommato, tenendo conto che centomila euro in Italia non si negano ad alcuno, Alberto e i suoi amici potevano già considerarsi finanziati, ma….
“Sposo l’idea …” – disse Bianchini, gentile responsabile della ennesima banca alla quale i nostri si rivolsero per ottenere il finanziamento – “i soldi ve li diamo noi… basta che voi, come persone fisiche, garantiate il prestito che faremo alla Società che andrete a costituire”. “Che è un poco come dire” – rispose Alberto – “mi sposo tua sorella ma, mi passi il termine, mi fotto le tue cugine e siccome io a mia sorella e pure alle mie cugine voglio bene me ne torno in Germania”.
Salvatore Marano di SVS.Impresa