Rating: le banche danno i numeri!
Con Basilea 2 è stato introdotto un sistema che differenzia oggettivamente i crediti per classi di rischio.
Il “Comitato” ha inoltre pensato di dare un punteggio (definito rating) sulla capacità (merito creditizio) di una impresa di restituire il credito. Più alto è il punteggio minore è per la banca la capacità dell’impresa di rispettare gli impegni presi o da prendere con il sistema creditizio, le probabilità, quindi, che essa venga finanziata diminuiscono.
Ma quali sono i parametri utilizzati per assegnare il rating?
Innanzitutto viene analizzata la situazione patrimoniale, economica e finanziaria dell’impresa, al fine di valutare la sua capacità di indebitamento. Il livello di indebitamento infatti deve consentire di mantenere livelli di redditività soddisfacenti e una struttura finanziaria e patrimoniale equilibrate.
Viene poi valutata la capacità reddituale del settore di appartenenza dell’impresa e le dimensioni in relazione all’ambiente di riferimento.
La banca a cui viene fatta la richiesta di affidamento tiene conto dell’andamentale storico, in taluni casi anche dei clienti, per esempio degli assegni e degli effetti insoluti e della propensione allo sconfinamento in genere.
Sarà interrogata inoltre la Centrale Rischi Banca d’Italia per sapere qual è l’indebitamento con il sistema in genere e se vi sono segnalazioni negative.
In “soldoni” (il termine mi pare appropriato) oggi molto spesso lo sviluppo o addirittura la sopravvivenza stessa di un’azienda dipendono da un numeretto che è il risultato di una valutazione di fattori in massima parte oggettivi. Poco importa (troppo poco) che tu nel passato abbia sempre dimostrato ottime capacità imprenditoriali, poco importa se la causa dell’eccessivo indebitamento aziendale sta proprio nel costo eccessivo del denaro.
Se l’impresa viene promossa (cosa oggi sempre più difficile), le viene assegnato comunque un punteggio. Se il punteggio è alto, come abbiamo già detto, l’affidabilità creditizia è minore e maggiore sarà il costo del credito.
In parole povere, è come dire che permettiamo l’accesso al mare (del credito) ai “cattivi nuotatori” ma a condizione che nuotino soltanto dove l’acqua è alta e poi ci meravigliamo quando annegano.
Mi viene da pensare: non è che questo rating lo hanno inventato gli squali?
Salvatore Marano di SVS.Impresa